BBC News - Africa

sabato 16 marzo 2013

PEDOFILIA: LA VERSIONE DEL PAPABILE SUD AFRICANO




Nel conclave che ha eletto Papa Francesco c’era anche lui, Wilfrid Fox Napier, l’Arcivescovo di Durban, Sud Africa. Settantatre anni, nero e con una visione tutta sua della pedofilia.

In una intervista rilasciata il 16 marzo all’emittente inglese BBC, ha acclarato la dimensione tutta psicologica della pedofilia, considerandola un disordine mentale che deve essere curato, non punito. Un’altra perla nella collana di affermazioni imbarazzanti sostenute da preti riguardo la pedofilia ecclesiastica.

“Se io, normale essere umano” – ha spiegato Fox Napier, “scelgo di infrangere la legge, sapendo di farlo, allora ritengo che la punizione sia giusta”. Ma un pedofilo, secondo l’Arcivescovo, non sa di infrangere la legge, perché non è in grado di controllare né arginare quella che è una malattia mentale. “Non venitemi a dire che quelle persone [i pedofili, ndr] sono responsabili di fronte alla legge come chi decide consapevolmente di infrangerla. Non penso che sia davvero possibile prendere posizione e dire che quella persona merita di essere punita”. 

La pedofilia è una forma di disturbo della sessualità, che accorda preferenza erotica al bambino che non può essere individuo consenziente per via della sua età. La pedofilia è uno stupro, e dunque anche un reato criminale, e per tanto va punito di conseguenza, con la detenzione e tutte le misure del caso (allontanamento da luoghi frequentati da bambini, per esempio). Non secondo l’arcivescovo, per il quale in seguito ad un periodo di cura, l’individuo può essere riabilitato in quanto guarito. E nel caso di un prete pedofilo, quale sarebbe il suo luogo di riabilitazione? Di nuovo la Chiesa? La struttura a cui i cristiani affidano l’educazione morale dei propri figli, stimolandone ed incoraggiandone la frequentazione?

Fox Napier ammettere di conoscere almeno due preti che hanno compiuto atti di pedofilia dopo esser stati essi stessi violentati in tenera età. Nelle argomentazioni dell’ex-papabile, questo esempio dovrebbe confermare la dimensione mentale del fenomeno, che necessita di cure mediche e niente più. Sembra invece darsi una zappa sul piede l’Arcivescovo: fatti come questo rendono ancora più evidente la necessità di punire, oltre che curare, soggetti di questo tipo. Il ciclo che trasforma la vittima in carnefice deve essere interrotto.

Un concetto che dovrebbe essere fondamentale per qualsiasi uomo di chiesa. E che dovrebbe essere particolarmente importante per qualunque sud africano, dato che in Sud Africa più di un decimo della popolazione è affetta da HIV, ovvero più di 5 milioni e mezzo di persone.